Following my heart von abgemeldet ================================================================================ Kapitel 1: Camminando fra le stelle ----------------------------------- Eccomi di nuovo qua, davanti al pozzo buio. Se non avessi saputo che quella era la strada per tornare nell’ epoca Sengoku, avrei avuto paura di saltarci dentro… “Io vado.”, gridai alla mia famiglia prima di saltare con in spalla il mio solito zaino di quaranta chili, che fra poco sarebbe stato mooooolto più leggero. Come sempre d'altronde. Mentre stavo viaggiando attraverso il tempo, pensai a quello che mi era successo. Avevo quindici anni vivevo una vita normale, anzi normalissima. Andavo a scuola, facevo shopping con le amiche, le solite cose che fa una ragazza a quell’ età. Chi avrebbe mai detto che io, Kagome Higurashi, avrei viaggiato indietro nel tempo? Beh, io non di certo. Se non fosse stato per quel demone millepiedi che mi ha tirata nel pozzo. In effetti… Se non fosse stato per quel demone… non avrei mai incontrato Inuyasha. Con un piccolo tonfo arrivai “dall’ altra parte” del pozzo. Sospirai, mi aspettava la scalata verso l’alto. Lo zaino mi tirava giù, ma ormai ne ero abituata. Con un ultimo sforzo mi tirai fuori dal pozzo mangia ossa, come lo chiamavano in quel epoca. Lasciai cadere lo zaino per terra e mi guardai in giro. “Sono tornata.” Ma dove erano finiti? Sentii che mi stavo per arrabbiare. Certamente quello stupido di Inuyasha se ne era andato e mi aveva lasciato lì con il mio zaino. “Va beh, vorrà dire che mangerò tutto da sola.”, dissi con tono indifferente all’aria. Mi girai per aprire lo zaino ed ecco quella voce che mi rimprovera: “Ma che dici, non sei grassa abbastanza?” Grassa?! Grassa io?!! “A CUCCIA!” Un gran tonfo e un piccolo grido di dolore mi fecero capire, che il Rosaio di Kaede funzionava ancora alla perfezione. Guardai Inuyasha con occhi di fuoco. “Chi sarebbe grassa?” Lui si tirò dolorante di nuovo in piedi e mi guardò arrabbiato. “Che cosa ti è venuto in mente?!” “Cosa mi è venuto in mente?!” Stavo per gridare, sentivo che stavo per gridare. Qualcuno mi fermi! Bene Kagome, conta fino a dieci. Uno…due…tre… un bel respiro… “Lasciamo stare, che è meglio.” gli risposi offesa. Era sempre lo stesso di cinque anni fa! Non era cambiato nemmeno un po’! “Kagomeee!” Quel piccolo grido di felicità lo conoscevo bene. Sorridente mi girai. “Ciao Shippou!” Si, il piccolo demone era arrivato pure lui. Con un balzo mi saltò in braccio. Ah grazie al cielo che c’era qualcuno che mi faceva tornare il buon umore! “Divina Kagome!” “Ehi Kagome!” “Miroku! Sango! Come mai siete tutti qui?” Di solito li raggiungevo io in bicicletta… “Beh, siamo venuti a prenderti. Oggi è festa non lo sapevi?”, rispose Shippou. “Ah già…”, risposi mentre accarezzavo la piccola Kirara. Mi ero quasi dimenticata della sfera. Dopo a tutte quelle avventure, alla fine avevamo ritrovato tutti i pezzi della sfera. Naraku era stato sconfitto, e con lui tutti i suoi seguaci. Però c’era ancora qualcuno… ‘Si, Kikyo’, senti dire qualcuno dentro di me. Kikyo… sempre quella Kikyo che era nel cuore di Inuyasha. Quella Kikyo, che viveva solo grazie alle anime dei morti. Quella Kikyo che era rinata in me. Basta! Non ci volevo pensare! “Beh, ho portato qualche cosa, come sempre.”, dissi indicando lo zaino. Lo…zaino…? Dove era finito?! “Ehi andiamo? Ci stanno aspettando!” Inuyasha era andato avanti ed aveva preso lo zaino sulle spalle. Io non credevo ai miei occhi. Lui, Inuyasha, quello stupido, insensibile, screanzato,…adorabile mezzo demone aveva preso lo zaino sulle spalle? Sorrisi. Che fosse un segno? ‘Meglio non farsi strane idee Kagome.’, mi ricordò la mia voce interiore. Fastidiosa, si molto, ma avevo imparato ad ascoltarla. Così ci incamminammo, io che spingevo la mia bici ormai arrugginita quasi del tutto insieme a Sango, con Kirara in braccio, a Miroku, che non aveva più il vortice del vento sulla mano ma sempre una che cercava di toccare Sango, e al piccolo Shippo, seduto sulla sella della mia bici. “Allora, come và nel tuo tempo?”, mi chiese Sango. “Non c’è male, grazie… Adesso sto facendo alcuni esami per andare all’ università.” Mi accorsi che mi stavano fissando aggiunsi velocemente: “È una scuola superiore.” “Ahhh…”, risposero in coro. Mi dimenticavo ancora allora, che loro non sapevano tutte le cose del mio tempo. Beh… pazienza. “E voi? Cosa avete fatto in questi due giorni?”, domandai curiosa. Sango mi raccontò, che si era allenata con Kirara e con il Hiraikotsu, cosa molto prevedibile. Shippou mi raccontò che aveva controllato Inuyasha, ma che quello non aveva fatto altro che aspettare al pozzo. “Davvero aspettava al pozzo?”, chiesi incredula. “Si, si. Aspettava solo te.”, annuì il demone volpe. Che Inuyasha senta qualcosa per me? Sorrisi. Anche se non sentiva niente, qualche volta anche quel testone sapeva essere gentile. “E tu Miroku? Non sarai andato di nuovo a cercare moglie?!” Il monaco rise. “No, no adesso che non c’è più il vortice non devo più trovare moglie.” Lo fissai negli occhi. “Si certo…” Sango intanto si fermò. “Ti ho detto mille volte, che non voglio essere toccata!”, gridò furiosa dopo aver dato uno schiaffo clamoroso al Casanova vestito da monaco. Scossi la testa rassegnata. Miroku era sempre Miroku. “Kagome, siamo quasi arrivati.” mi chiamò Shippou e mi guardò come se stesse aspettando qualcosa da me. Vedendo che io non reagivo al suo sguardo aggiunse: “Devi metterti la sfera la collo.” La sfera… La tirai fuori dalla tasca e la osservai per un po’. La sfera dei quattro spirito, quel gioiello che tutti cercavano. La sfera, che aveva incominciato tutta la mia storia nel epoca Sengoku… Me la misi al collo. “Hai arco e frecce?”, mi ricordò Shippou. “Si si, ce l’ho nello zaino.” “Allora muoviamoci, Inuyasha sarà già arrivato e avrà già mangiato tutto.” A questo punto, qualcuno che leggerà la mia storia non capirà, come mai avessi ancora la sfera dei quattro spiriti. Non la volevo lasciare nel epoca Sengoku? E Inuyasha non la voleva usare per diventare un demone completo? Eh si. Io cercai di convincere Kaede di tenere lei la sfera, ma mi disse, che ero l’unica che poteva purificare il potere del gioielli. Alla fine mi convinse lei. E Inuyasha… beh lui la voleva usare ma finche ce l’avevo io la sfera, non osava prenderla. E poi… non ero così sicura che la volesse usare per diventare veramente un demone completo. Fatta sta che lui non ha mai più provato a prendermela. “Finalmente…”, dissi con un sospiro di sollievo. “Perché siamo passati dalla strada in salita?” Shippou saltò giù dalla bici e disse. “Perché Inuyasha è passato da qui.” Mi sentivo di nuovo esplodere. Ma perché continuavo a seguirlo, perché?! Va beh, al meno dopo alla salita c’è la discesa che potevo fare in bici. Arrivammo velocissimi al villaggio. Mentre passavo, gli abitanti mi salutavano ed io gli salutavo a mia volta. Continuai a pedalare verso il centro del villaggio, dove si sarebbe svolta la festa. Già, sono stata ovunque nel epoca Sengoku, ma nel villaggio ci sono stata poco. Arrivata, Kaede venne a salutarmi. “Buon giorno Kagome.” “Buon giorno Kaede. Come stai?” La sacerdotessa mi sorrise. “Bene grazie. La vecchiaia si fa sentire, ma ce la faccio lo stesso.” “Ehi tu vecchia, dove hai messo le cose da mangiare?!” Kaede sospiro. “Non è cambiato vedo.”, mormorò. “Già, è sempre il solito cociuto egoista.”, dissi ad alta voce. Le candide orecchie di Inuyasha tremarono. Furioso si girò verso di me. “Chi sarebbe cociuto ed egoista?” “Tu naturalmente.”, risposi con aria indifferente. Inuyasha stava per esplodere, lo sentivo. “Tu…tu…” “Eh? Cosa dici? Non capisco il canese.” Ahi, forse ero stata un po’ troppo cattiva. Inuyasha si stava per buttare su di me, ma alla fine si girò. “È inutile parlare con te.” E così dicendo, se ne andò. Come, come, come?! Inuyasha non mi aveva insultato come al solito?! Lo segui con lo sguardo. Forse un pochettino era cambiato… forse. “Kagome, vedo che hai la sfera al collo, bene.” Kaede mi richiamò dai mie pensieri. “Si certo, come mi hai detto tu del resto, no?” Kaede annuì. “Oggi dovrai tirare una freccia sacra all’ albero di ciliegio, lo sai questo vero?” “Si, si, l’arco è le frecce sono nello zaino.” Kaede annuì di nuovo. Mi stavo preoccupando. Come mai Kaede era così seria? “C’è qualcosa che non và?” Lei scosse la testa. “No, no, non è niente…” “Hm, se lo dici tu…” Non ero molto convinta di quello che mi diceva. “Vado a prendere le mie cose.” “Si vai. Lo zaino l’ha preso Inuyasha.” “Magnifico! Adesso mi tocca anche cercarlo!”, dissi e mi misi alla ricerca. Kaede rimase a fissare l’albero di ciliegio. “Ho un brutto presentimento…”, mormorò. Trovai Inuyasha seduto sopra a un albero. “Inuyasha? Che fai la su?” “Non ti riguarda.” Che strafottente! Ma lo capivo… In effetti non ero stata molto carina con lui. “Senti Inuyasha…”, mormorai. “Hm?” “Scusami per prima… non volevo offenderti.” Si, brava Kagome, adesso si sentirà forte e ti dirà… “Fa niente, lascia perdere.” …come?! Non ha detto una cosa come: “Si, sei sempre la solita scema.”? Per un momento sono rimasta lì a guardarlo sorpresa. Lui mi guarda dal alto in basso con i sui occhi d’oro e con una faccia da schiaffi. “Che c’è? Che guardi?” “Ah, niente, niente…” Lo lasciai perdere e presi lo zaino, che Inuyasha aveva lasciato ai piedi del albero. Stavo per andarmene, quando lo senti mormorare qualcosa, che mi fece venire i brividi. “C’è odore di sangue nell’aria.” Rimasi lì, ferma come pietrificata. Perché diceva una cosa del genere? Mi voleva spaventare? No, Inuyasha non scherzava su queste cose. Il mio cuore smise di battere per un attimo e mi sembro di vedere dei nuvolosi neri e minacciosi all’ orizzonte. Ma subito dopo il cielo tornò azzurro e soleggiato come prima. Con un bruttissimo presentimento che mi tormentava, tornai al villaggio. Kaede mi chiamò, disse che mi dovevo cambiare. Mi dette i vestiti da sacerdotessa e mi aiutò a vestirmi. Poi mi aiutò anche a farmi la acconciatura da sacerdotessa. Mi misi arco e frecce sulle spalle e guardai la vecchia Kaede. Uno sguardo al suo viso mi confermò, quello che temevo. “Ormai sei uguale identica a mia sorella Kikyo.” Grazie, non l’avevo capito! Kikyo, sempre Kikyo. Ma cosa potevo fare? In qualche modo io ero ma non ero Kikyo… Meglio non pensarci. Si, non pensarci… una cosa che avrei fatto molto volentieri, ma quando tutti ti guardano con la bocca aperta bisbigliando qualcosa che ha a che fare con Kikyo, allora è impossibile! Cosa dirà Inuyasha, vedendomi nei vestiti di Kikyo? Quando incontrai Sango, Shippou e Miroku infatti, loro mi guardarono stupiti. “Kagome sei tu?” Risposi solo: “Si.” D'altronde, tutti mi avevano scambiata già per Kikyo. Subito la sorpresa sparì. “Bene, allora andiamo che la festa sta per cominciare.”, disse Miroku. Anche Sango e Shippou risero e non dissero più niente sul mio aspetto. Mi venivano le lacrima dalla commozione. Grazie al cielo gli amici veri esistono! Ma ero ancora preoccupata di cosa avrebbe detto Inuyasha. La festa andò a gonfie vele. Prima si festeggiò mangiando e bevendo, poi gli abitanti danzarono una danza tipica portafortuna. Alla fine toccò a me. Tirai l’arco con tutta la mia forza, puntando la freccia contro il tronco spesso del ciliegio. Tutti trattennero il respiro quando lancia la freccia luminosa che si conficcò nel legno. E mentre gli spettatori stavono per gridare di gioia, si sentì un grido straziante e disumano. Il mio cuore si fermò. Non poteva essere lui… Mi guardai in giro. No, no, no! “Dove Inuyasha?”, gridai a Kaede. Lei scosse la testa e rispose: “Non è venuto.” Senza pensare corsi più veloce che potevo verso il bosco, dove avevo lasciato Inuyasha seduto sull’ albero. “Inuyasha! Inuyasha!”, gridai. Ma senti solo un grido ancora più acuto, che mi fece venire i brividi. Finalmente arrivai all’albero dove c’era Inuyasha. Mi fermai di colpo. Inuyasha stava sanguinando molto, era ferito al petto e alle braccia. Tessaiga era conficcata nella terra umida. Ma la cosa spaventosa era quel essere fatto di… fatto di… fatto di cosa? Non seppi rispondere. Sembrava una melma scura, ma non nera, molto più scura. Mi ricordava un buco nero. E quell’ essere di melma stava tenendo Inuyasha in aria, stringendolo alla gola come se fosse un limone. “Muori, mezzo demone!”, sibilo l’essere. Un sibilo disumano che mi fece radrizzare i capelli. Inuyasha cerco di liberarsi e di respirare, ma la cosa melmosa lo teneva stretta. Cosa potevo fare? Presi una freccia. “Ehi tu! Lascia stare Inuyasha!”, dissi all’ essere e lanciai la freccia, che colpì la melma. L’essere gridò e si voltò verso di me. Ma io scoccai un'altra freccia e lo colpi di nuovo. Il demone o che cosa sia stato, spari all’ istante. Corsi da Inuyasha che giaceva ai piedi dell’albero. Il sangue gli tingeva i capelli di rosso e il suo Kariginu divenne sempre più scuro. “Inuyasha! Cosa è successo?”, gli chiesi disperata. Non mi rispose subito, il dolore lo accecava. “Quel…quel coso.” Riuscì finalmente a dire fra le grida di dolore e i respiri affannosi “Non ho sentito il suo odore…” Poi mi guardo negli occhi. Cercai di distogliere lo sguardo dai suoi occhi color oro socchiusi. “Tu… tu…”, mormorò. Rimasi pietrificata. Mi aveva scambiata con Kikyo. Mi sentii il cuore smettere di battere e per un attimo senti le lacrime scendere giù. Velocemente le lavai via con la manica della mia tunica. Me lo aspettavo d’altronde… “Tu… assomigli tanto a Kikyo, Kagome…”, mormorò Inuyasha prima di chiudere gli occhi. Non riuscivo più a trattenere le lacrime. Di gioia però. Finalmente, finalmente! Inuyasha non mi aveva scambiato con Kikyo! Scossi la testa e mi asciugai le lacrime. Non era quello il momento di commuoversi! Inuyasha era ferito gravemente, gli serviva aiuto. Corsi indietro al villaggio e portai la vecchia Kaede, Sango con Kirara, Shippou, Miroku ed alcuni uomini del villaggio da Inuyasha. Kaede gli medico le ferite con cura. “Si riprenderà?”, chiesi preoccupata. Kaede si alzò. “Sono delle ferite molto gravi, ma ce la farà come sempre.” Grazie al cielo! Guardai Inuyasha mentre la sacerdotessa gli infasciava le ferite. Mentre pensavo ancora alle parole che aveva detto Inuyasha prima di svenire, altre domande mi turbavano. Cosa era quell’essere di melma oscura? Chi l’ aveva mandato, l’aveva mandato qualcuno? Kikyo? Sesshoumaru? O forse un nemico sconosciuto. Ma perché? Quella notte non riuscii a chiudere occhio. Quelle domande mi tormentavano ancora e ancora. Basta, non ce la facevo più! Mi alzai e andai sola ai piedi dell’albero, dove Inuyasha era stato ferito. Mi guardai in torno. Sembrava tutto così tranquillo e pacifico al chiaro di luna. Ma proprio la luna mi fece notare una cosa che luccicava. La raccolsi. Si trovava li, dove era sparito l’essere. Era un oggetto di metallo argenteo e nero a forma di stella. Guardai meglio e vidi una scritta piccolissima: “Cammino fra le stelle” Girai la stella e lessi un’ altra scritta: “Il sole cala al sorgere della notte.” Cosa volevano dire quelle frasi così poetiche, ma pure così logiche? Decisi di chiedere a Kaede il giorno seguente e me ne andai a letto, dove finalmente mi addormentai. Il vento soffiava fra gli alberi, mentre i miei fedeli demoni erano in cerca delle anime dei morti. Sorrisi. “Quindi c’è qualcun’ altro che odia Inuyasha.”, pensai. Sentivo un’ aura maligna ma non capivo da cosa o da dove provenisse. Decisi di incontrare l’essere, il cui potere era così grande da domare anche le tenebre. Hosted by Animexx e.V. (http://www.animexx.de)